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Lockdown.
Inside a white cube
con Marcello Spada, Salvator Rosa, Alice Ronchi e Silvia Hell

Talk online a cura di Beatriz Escudero.

L'evento si terrà il 9 novembre 2020 alle ore 18 e sarà fruibile su Zoom e Youtube.

Per partecipare:
↬ Link Youtube
↬ Link Zoom
Meeting ID: 827 3935 0221
Passcode: 850021

**L'evento si terrà in inglese**

Grazie a Carico Massimo, Lottozero e Toast project space per aver collaborato alla fase di selezione degli artisti.

Le pareti bianche e artificiali, che hanno definito lo spazio paradigmatico della galleria, sono l'oggetto del testo seminale di Brian O'Doherty, pubblicato nel 1976 su Artforum. Partendo da alcune delle idee di O'Doherty, saranno presentati e discussi alcuni lavori degli artisti presenti alla talk, i quali riflettono sulla nozione di white cube. Si parlerà di appropriazionismo, progetti ambientali e site-specific, e della presenza o assenza del pubblico. Trattare nozioni comuni nella dialettica dell'arte darà l'opportunità di approfondire da vicino la produzione degli artisti coinvolti.

[ENGLISH] The white and artificial walls that have defined the paradigmatic space of the gallery were the subject of a seminal text by Brian O’Doherty that appeared in 1976 in the Artforum magazine. Following some of the ideas described by O’Doherty we will see and discuss some works by the artists invited that in a way are playing with the very notion of the white cube. We’ll talk about appropriationism, about environments and site-specific projects, and about the presence or absence of the public. These are common notions in the dialectics of the art that will give us the opportunity to have a closer look to their production.






BEATRIZ ESCUDERO
Curatrice e ricercatrice (Barcellona, Spagna, 1980).
La mia attuale ricerca si concentra sull'analisi del tempo libero nella società contemporanea dell’iper-spettacolo, nelle parole di Gilles Lipovetsky e Gilles Seroy. La tematica mi ha condotta nella realizzazione di diversi progetti attraverso i quali ho studiato la costituzione, i bisogni e le realtà di diversi spazi e ambienti paradigmatici, pensati per l'intrattenimento in un apparente dicotomia con il mondo del lavoro. Il primo progetto di questa linea di ricerca è stato S’Wonderful, una mostra realizzata a La Casa Encendida (Madrid, Spagna) che si concentrava sul gioco e sui suoi spazi come luoghi dove è concessa un trasgressione momentanea, che al contempo consolida un certo ordine sociale (per esempio: l'uso di strategie derivate dai giochi come strumenti di normalizzazione, apprendimento e controllo sociale). Di seguito ho sviluppato interesse nell’industria del turismo, nell’idea di viaggio e nelle città vacanza, parchi acquatici e siti dove vengono simulati e ricostruiti ambienti naturali a latitudini improbabili a scopi di intrattenimento. Questa ricerca ha portato alla mostra “The Grand Tour” (Sant Andreu Contemporary, Barcellona). Più di recente questa linea di ricerca mi ha condotto alla tematica della pigrizia, come opposizione all'iperattivismo della società contemporanea, e a proposito di un’analisi del dopo-lavoro che sto sviluppando con Francesco Giavieri e che sarà mostrata in “Sooooo Lazy. In praise of Wasteness”, progetto curatoriale premiato nel 2019 da “La Caixa” e da MACBA (Barcellona). Precedentemente ho preso parte a una ricerca storica sulla relazione tra l'astrazione pittorica e i fenomeni allucinatori, nel modo in cui questo si collega a diversi movimenti della controcultura, svolta per il dipartimento mostre del MACBA diretto dalla curatrice Teresa Grandas.

SILVIA HELL
(Bolzano, 1983) vive e lavora a Milano. Diploma di pittura Accademia di Brera, Milano. Partecipa a diverse mostre tra cui: 2019 live Wind pressure concert, Festival Transart19, Museion, Bolzano (IT); screening Scored Air, a cura di Frida Carazzato, Museion Media Facade, Bolzano (IT); The Uncanny Valley, a cura di Sarah e Kathrin Oberrauch, Futurdome, Milano (IT). 2018 solo show Increasing the Wind Pressure, a cura di Gabriele Tosi, A+B Contemporary Art, Brescia (IT); Another World, project by Tracey Emin, Deutsche Bank, Frieze London (UK). 2017 Theatre of Measurement, a cura di Post Brothers, Kunstverein München, Monaco (DE); La fine del nuovo. Cap XII | Fakebook. HDLU, Meštrović Pavillion, Galerija Prsten, Zagabria (HR); Between There and There: Anatomy of Temporary Migrations, a cura di Neli Ružić & Duga Mavrinac, Museum of Contemporary Art Rijeka (HR). 2016 Geometry of History, a cura di Anna Fatyanova, CCI Fabrika, Mosca (RU). 2015 1915 – 2015, a cura di Lisa Trockner, Südtiroler Künstlerbund, Bolzano (IT). Open Studio Progettoborca, a cura di Dolomiti Contemporanee, ex Villaggio Eni di Corte di Cadore, Borca di Cadore (BL) (IT). 2014 Premio Lissone, Museo d'Arte Contemporanea, Lissone, (IT). 2013 solo show A Form of History, Alert Studio, Bucharest (RO). Parole, Parole, Parole…, a cura di Stefano Pezzato, Museo Pecci Milano, Milano (IT). 2011 Prague Biennale 5 – Focus Italy – The Crisis of Confidence, a cura di Marta Barbieri e Lino Baldini, Praga (CZ). Dal 2011 è attiva con il progetto interdisciplinare Cose Cosmiche.

ALICE RONCHI
(1989) è artista, vive e lavora a Milano. Ha studiato al Sandberg Instituut di Amsterdam e al NABA di Milano. Dal 2013 ha iniziato la sua collaborazione con la galleria Francesca Minini di Milano dove ha realizzato due mostre personali: Colazione sull'erba (2014) e Majestic Solitude (2018). Ha spesso collaborato con istituzioni, scuole e musei e progettato workshop per bambini. Il suo lavoro è stato esposto in gallerie e musei internazionali tra cui: Palazzo Reale (Milano, IT), Fons Welter Gallery (Amsterdam, NL), La Triennale (Milano, IT), MACRO (Roma, IT), Stadtgalerie (Kiel, DE), MamBo (Bologna, IT), MAXXI (Roma, IT), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino, IT), Galleria Civica di Trento (Trento, IT). Nei suoi lavori, oggetti d'uso quotidiano incontrano il mondo dell'invenzione e della fantasia. La ricerca della meraviglia è un tema costante nella sua opera popolata di figure familiari e allo stesso tempo enigmatiche, prodotto di una propria rielaborazione astratta. A metà strada tra il ludico e il minimale, il suo lavoro è una perfetta sintesi tra il rigore della forma e la semplicità d'espressione. Con l'uso di differenti media, che variano dalla scultura alla fotografia, dalla performance al video, Ronchi interroga la realtà attraverso uno sguardo attento e curioso, restituendoci una sua magica visione.

SALVATOR ROSA
SALVATOR ROSA È UNA GALLERIA COMMERCIALE
LA SUA POSIZIONE È SCONOSCIUTA AL PUBBLICO
ALL’INTERNO DI UN MAGAZZINO ABBANDONATO
L’ABBIAMO OCCUPATO CON UN CUBO
COSTRUITO CON LEGNO DI RECUPERO
CARTONGESSO E GUAINA IMPERMEABILIZZANTE
IL CAVALCAVIA IN CONCRETO
IL SUO SOFFITTO
ABBIAMO RIPENSATO LA DISTRIBUZIONE
50% ARTISTA
30% GALLERIA
20% AGLI ARTISTI ASSOCIATI


MARCELLO SPADA
Marcello Spada artista visivo attivo tra l'Italia e la Germania. Ha studiato presso IUAV di Venezia, alla HfBK Städelschule di Francoforte, al Sandberg Institute di Amsterdam. Produce oggetti ambivalenti e ironici, spesso rimandando a una riflessione sulle poetiche di alcuni artisti del dopoguerra e ad un'indagine sulle loro intenzioni iniziali. Spada ha esposto in spazi pubblici e privati in Italia e all'estero tra i quali La Quadriennale di Roma, HangarBicocca Milano, Centro Luigi Pecci Prato, Viafarini Milano, LocaleDUE Bologna, BASE Firenze, TOAST Project Space Firenze, TRIPLA Bologna, Fondazione Bevilacqua La Masa Venezia, MMK Francoforte, Hamburger Bahnhof Berlino, Weltkulturen Museum Francoforte, Inox Copenhagen, X-Bank Amsterdam. Nel 2019 e’ assegnatario della borsa di studio Hessische Kulturstiftung.

BAR EQUADOR
è un luogo fittizio che prende ispirazione da un posto reale. Il vero Bar Ecuador, dove il vino costa un euro e si organizzano mostre da oltre venti anni, si trova a Massa, al confine di Borgo del Ponte, quartiere storicamente al centro delle attività di Cantieri Aperti. Attraverso la creazione di un doppio, che resta attaccato al reale come un gemello siamese, s’intende descrivere lo statuto dei luoghi del presente, divisi tra reale e virtuale, tra desiderio e fallibilità. Bar Equador è il luogo che ospita le persone che vivranno il festival attraverso la rete, ma è anche una possibile istituzione temporanea che rianima con nuove mostre una galleria d'arte contemporanea che a Massa aveva aperto ed è oggi inattiva (ex galleria Margini).

All’interno di Bar Equador si sviluppano le mostre Bar Equador. A Local History for a Global Medium (con opere di Valentina D’Amaro, Giorgio Giuseppini, Nella Marchesini, Beatrice Meoni. Giulio Saverio Rossi, Pier Luigi Zonder Mosti) e Rimpiattino, prima personale di Giacomo Montanelli.

Da fine ottobre, Bar Equador è diventato un sito internet, in cui sono raccolte riletture digitalizzate delle esposizioni ed è ospitato il progetto di Portfolio Review internazionale con i curatori Beatriz Escudero e Cripta 747, e gli artisti selezionati da spazi del contemporaneo attivi in Toscana: Salvator Rosa da Carico Massimo, Virginia Zanetti da Estuario project space, Michelangelo Consani da Museo d’Inverno, Stefano De Ponti da Nub project space, Marcello Spada da Toast project space e Alice Ronchi da Lottozero. A loro si aggiungono i tre nomi di Cantieri Aperti: Silvia Hell, Matteo Fato e Ruth Beraha.

↗ Instagram
↗ Facebook
↗ Sito Cantieriaperti.com

Fotografie mostre:
Carlo Favero
CANTIERI APERTI
è il festival annuale di teatro, musica e arte visiva ideato dalla Compagnia Teatrale Semi Cattivi per il quartiere di Borgo del Ponte di Massa con la collaborazione degli abitanti del borgo.

Nel contesto della settima edizione del festival Cantieri Aperti si sviluppa il progetto curatoriale Bar Equador, a cura di Alessandra Franetovich, Giulio Saverio Rossi, Gabriele Tosi.

Cantieri Aperti / The Empty Museum, edizione 2020
Ideato e diretto da: Franco Rossi, Giulio Saverio Rossi
Direzione scientifica: Alessandra Franetovich
Semi Cattivi: Franco Rossi, Stefania Gatti