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Giacomo Montanelli:
Rimpiattino

Giacomo Montanelli, Disegno blu su carta, 2020.
Ferro verniciato, MDF, acrilico. 60 x 60 x 40 cm.
Courtesy l'artista e Cantieri Aperti.

Giacomo Montanelli, Welcome. Goodbye, 2020.
Acrilico su tela, 120 x 70 cm.
Courtesy l'artista e Cantieri Aperti.

Giacomo Montanelli, We should all be..., 2020.
Acrilico su tela, 120 x 70 cm.
Courtesy l'artista e Cantieri Aperti.

Giacomo Montanelli, Frisbee..., 2020.
Acrilico su tela, 120 x 70 cm.
Courtesy l'artista e Cantieri Aperti.

Giacomo Montanelli, Notturno con finestra aperta, 2020.
Acrilico su tela, 120 x 70 cm.
Courtesy l'artista e Cantieri Aperti.

Mappa di Rimpiattino di Federico Cantale.
Courtesy l'artista e Cantieri Aperti.

Nell’universo Bar Equador, prende anche vita Rimpiattino, prima mostra personale di Giacomo Montanelli. Prodotta da Cantieri Aperti per dare seguito e ideale conclusione della residenza di cui Montanelli è stato protagonista nella scorsa edizione del festival, la mostra presenta un ciclo di pitture inedito e un misterioso oggetto-scultura. Le tele appaiono come frammenti di una proto narrazione e offrono allo spettatore una sequenza ordinata che, per rappresentazione spaziale e temporale, evoca tanto le tavole dei fumetti quanto le predelle rinascimentali. Rimpiattino è la breve storia di un’esperienza notturna e pseudo spirituale di un essere particolarmente leggero. Simile per agilità e capacità di movimento a un avatar senza corpo, un soggetto quasi inafferrabile vive la fortuna di un ritrovamento misterioso e un percorso attraverso i muri graffitati di un quartiere lo conduce a perdersi nell'ignoto del cielo e dell’universo. La narrazione offerta dall'artista in pittura e in scultura è così occasione per ragionare sulle qualità digital-age di corpi, architetture, luoghi e oggetti. In Rimpiattino, Montanelli testimonia un mondo che assomiglia per realismo a quello “di sempre”, ma le cui qualità sembrano voler spingere per condividere una dimensione più magica e illusoria, onirica e mediata.

↬ Mappa di Rimpiattino a cura di Federico Cantale (PDF)

↬ Testo di Alberto Parisi, L'oggetto su Rimpiattino di Giacomo Montanelli (PDF)




GIACOMO MONTANELLI (San Miniato, 1996)
Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Il suo lavoro si svolge quasi sempre in pittura. Sovente intende il contesto espositivo e i suoi dispositivi come una piattaforma di collaborazione con altri artisti e curatori. Esemplare, in questo senso, il progetto NOI X SEMPRE in cui dichiara sodalizio duraturo con gli artisti Federico Cantale e Jimmy Milani (Spazio Yellow, Varese, 2019). Ha esposto in varie collettive fra cui: Gli Impermeabili, a cura di Maria Chiara Valacchi (Spazio OWO, Milano, 2020); Simposio di pittura, a cura di Luigi Presicce (Fondazione Lac o Le Mon, Lecce, 2019); Passion for the path of art, a cura di Ilaria Bonacossa (Cardi Gallery, Milano, 2019); A question of desire, a cura di Bianca Baroni, Adrian Paci e Gianni Caravaggio (Fondazione Pini, Milano, 2017); Stupido come un pittore, a cura di Rossella Farinotti e Simona Squadrito (Villa Vertua Masolo, Milano, 2018). A Villa Vertua Masolo ha anche organizzato la collettiva Amaretto, nel 2019. Nel 2019 è stato artista in residenza del Festival Cantieri Aperti che oggi produce la sua prima personale in uno spazio “reale” dopo Dexter, tradotta in un progetto editoriale da Aosta Publishing/Toast project space nel 2020.

BAR EQUADOR
è un luogo fittizio che prende ispirazione da un posto reale. Il vero Bar Ecuador, dove il vino costa un euro e si organizzano mostre da oltre venti anni, si trova a Massa, al confine di Borgo del Ponte, quartiere storicamente al centro delle attività di Cantieri Aperti. Attraverso la creazione di un doppio, che resta attaccato al reale come un gemello siamese, s’intende descrivere lo statuto dei luoghi del presente, divisi tra reale e virtuale, tra desiderio e fallibilità. Bar Equador è il luogo che ospita le persone che vivranno il festival attraverso la rete, ma è anche una possibile istituzione temporanea che rianima con nuove mostre una galleria d'arte contemporanea che a Massa aveva aperto ed è oggi inattiva (ex galleria Margini).

All’interno di Bar Equador si sviluppano le mostre Bar Equador. A Local History for a Global Medium (con opere di Valentina D’Amaro, Giorgio Giuseppini, Nella Marchesini, Beatrice Meoni. Giulio Saverio Rossi, Pier Luigi Zonder Mosti) e Rimpiattino, prima personale di Giacomo Montanelli.

Da fine ottobre, Bar Equador è diventato un sito internet, in cui sono raccolte riletture digitalizzate delle esposizioni ed è ospitato il progetto di Portfolio Review internazionale con i curatori Beatriz Escudero e Cripta 747, e gli artisti selezionati da spazi del contemporaneo attivi in Toscana: Salvator Rosa da Carico Massimo, Virginia Zanetti da Estuario project space, Michelangelo Consani da Museo d’Inverno, Stefano De Ponti da Nub project space, Marcello Spada da Toast project space e Alice Ronchi da Lottozero. A loro si aggiungono i tre nomi di Cantieri Aperti: Silvia Hell, Matteo Fato e Ruth Beraha.

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↗ Facebook
↗ Sito Cantieriaperti.com

Fotografie mostre:
Carlo Favero
CANTIERI APERTI
è il festival annuale di teatro, musica e arte visiva ideato dalla Compagnia Teatrale Semi Cattivi per il quartiere di Borgo del Ponte di Massa con la collaborazione degli abitanti del borgo.

Nel contesto della settima edizione del festival Cantieri Aperti si sviluppa il progetto curatoriale Bar Equador, a cura di Alessandra Franetovich, Giulio Saverio Rossi, Gabriele Tosi.

Cantieri Aperti / The Empty Museum, edizione 2020
Ideato e diretto da: Franco Rossi, Giulio Saverio Rossi
Direzione scientifica: Alessandra Franetovich
Semi Cattivi: Franco Rossi, Stefania Gatti